Passione

Aforismi

Alberto Asor Rosa

Chi sta in mezzo ai clamori del mondo perde più facilmente la nozione sia del passato che del futuro.
Giochi di carte. Le carte ci hanno insegnato che non si gioca per divertirsi ma per vincere.
Gli umani s'accontentano di esserci, non gliene importa niente di essere qualcosa di diverso, di piú e di meglio.
Il dolore nasce dalla conoscenza delle cose, dal sapere, non, come tutti credono, dal suo contrario.
Il grande giocatore. La forza del grande giocatore consiste nella capacità di rimettere in gioco ogni volta tutto.
Il massimo dell'amore coincide con il massimo della sofferenza.
Il meglio e il peggio della vita vengono sempre da dentro, chi vi racconta il contrario non sa di che parla.
La famiglia è una caduta a grappolo verso la morte: invece di precipitare da soli, si precipita in compagnia, stringendosi reciprocamente le mani per consolazione.
La voce del potere. Il potere si assuefà alla propria voce. Quando l'assuefazione è completa, la scambia per la voce di Dio.
Mestiere. Chi non ha mestiere non è nessuno, ma se si è solo mestiere, si è nessuno lo stesso. Cambiare mestiere è necessario almeno una volta nella vita.
Mi preme soltanto rammentare che l'ipocrisia dei governanti non ha basi oggettive e che quando essi difendono le loro buone ragioni, in realtà difendono in primo luogo se stessi, cioè il loro potere.
Non c'è mai una sola strada per arrivare nel medesimo luogo.
Non importa ciò per cui si combatte, ma se si vince o si perde. Questo è veramente un principio imperiale.
Normalità. Non è facile essere normali.
Ogni grande libro è stato scritto dall'autore per se stesso.
Quando sulla scena mondiale c'è chi può decidere ciò che vuole, è il quadro del diritto internazionale che si modifica radicalmente.
Se un soldato non può che vincere, non è un buon soldato, è un buon macellaio.
Si è immortali per tutto il tempo che si è al mondo.
Tecniche e tempo. Le tecnologie hanno allungato i tempi della vita e ne hanno accorciato la durata. Al dunque, si vive meno oggi che in passato.
Tra il conoscere e l'essere persuasi prevarrà sempre, nella generalità delle persone, la seconda tendenza.
Una grandissima parte dell'uomo non può essere detta. La poesia cerca di dire quello che non si può dire. È una scommessa rischiosa, che nessun sistema dell'informazione potrebbe accettare: se lo facesse, verrebbe subito messo in liquidazione. Così, la poesia è mettere in parole quello che, a rigore, non può essere messo in parole, quello che non ha nemmeno «forma di parole».
È quasi più difficile essere un vecchio dignitoso che un giovane di buon senso.